Come recuperare i kWh “persi” nella tua auto elettrica?
È davvero possibile recuperare parte dei kWh “persi” nel tempo?
La risposta è sì, almeno in parte. Ti spiego subito come funziona…
Il meccanismo di recupero dei kWh persi – come funziona davvero?
Nel Model 3 del 2021 (su cui ho eseguito l’intero esperimento), il BMS (Battery Management System) può – inconsciamente – “dimenticare” quanta energia può effettivamente contenere la batteria.
È un effetto collaterale dei limiti dell’elettronica, anche se ammetto che questi sistemi stanno migliorando ogni anno.
Eh, questa elettronica… 😅
Il fenomeno che descrivo è chiamato “degradazione apparente” – non si tratta di un vero degrado chimico delle celle, ma di una lettura imprecisa dello stato di carica (SOC) e dello stato di salute (SOH) della batteria.
La soluzione è una serie di cicli di carica/scarica con pause, che permette al BMS di leggere e analizzare correttamente i dati attraverso le resistenze di shunt, ricalibrando così la capacità della batteria e recuperando parte dei kWh solo apparentemente persi.
Procedura passo dopo passo
Veicolo usato: Model 3 LR 2021, batteria lorda: 82,1 kWh – netta: 79,4 kWh
Metodo valido per qualsiasi EV con batteria agli ioni di litio.
Il processo si basa su cicli ripetitivi di scarica e carica:
10→50 %, 20→60 %, 30→70 %, 40→80 %, 50→90 %, infine 60→95 %
➡ Gli ultimi 5% vanno caricati di mattina, a batteria fredda, seguiti da almeno 3 ore di riposo dell’auto (completamente spenta, senza app connesse).
Per essere chiari:
• Si scarica l’auto fino al 10%, poi si ricarica lentamente fino al 50%.
• Poi si scarica fino al 20%, si carica fino al 60%… e così via.
Dopo ogni ciclo, l’auto deve restare ferma almeno 3 ore, completamente inattiva.
Questo consente alle resistenze di shunt di trasmettere al BMS i dati su tensione, corrente e temperatura, fondamentali per una buona calibrazione.
Nei Model 3/Y con celle 2170, il processo può richiedere fino a 3 ore.
Nei modelli più vecchi (Model S/X con celle 18650) bastano 20 minuti circa.
Per un risultato ancora migliore, puoi caricare fino al 58% o 68% la sera, e completare (fino al 60% o 70%) la mattina, a batteria fredda.
Questo aiuta a:
1. Uniformare le tensioni tra le celle
2. Migliorare la precisione delle letture del BMS
Non è obbligatorio, ma migliora leggermente l’efficacia del processo.
Risultati reali – primo esempio
Model 3 LR 2021
Capacità iniziale: 82,1 kWh lordi / 79,4 kWh netti
Dopo ~20.000 km, il BMS indicava solo 77,1 kWh netti
→ Perdita apparente di circa 2,3 kWh (3%)
Dopo aver eseguito la procedura, ho recuperato circa 1,5 kWh, portando la capacità netta a 78,5 kWh
→ La degradazione apparente è scesa a ~1%!
L’app ScanMyTesla ha confermato:
• In origine: 79,4 kWh
• Dopo 20.000 km: 77,1 kWh
• Dopo la procedura: 78,5 kWh
Un bel miglioramento, considerata la semplicità del metodo.
Come funzionano le resistenze di shunt e perché sono importanti
Le resistenze di shunt misurano:
• Corrente in entrata/uscita
• Caduta di tensione sulle celle
• Temperatura
Le condizioni ideali per la calibrazione sono quelle “a freddo”: auto spenta, non collegata ad app, e senza carichi attivi.
In queste condizioni il BMS può raccogliere milioni di dati e aggiornare la calibrazione di SOC e SOH.
Il processo di bilanciamento consiste proprio nell’uniformare le letture tra i vari gruppi di celle.
Quando e perché farlo?
1. Una calibrazione ogni 20–30.000 km aiuta a mantenere la precisione delle letture e recuperare parte della capacità visibile.
2. Non elimina il degrado chimico reale, ma corregge le imprecisioni elettroniche.
3. App come ScanMyTesla o ABRP beneficiano di dati più accurati.
4. Metodo semplice, sicuro, non invasivo – nessun intervento fisico sull’auto.
Riassunto pratico – il tuo piano d’azione
1. Parti dal 10% di SOC, carica in AC
2. Prosegui con cicli +10%, fermandoti 3h tra ogni fase
3. Carica gli ultimi 2% al mattino, a batteria fredda
4. Monitora i risultati in ScanMyTesla o ABRP
5. Ripeti ogni 20–30.000 km per mantenere la precisione SOC/SOH
Non è magia, né stregoneria…
È solo elettronica imperfetta, che migliora ogni anno, ma commette ancora piccoli errori.
Non recupererai il 5 o 10% della batteria, ma se ti piace sperimentare, questo metodo fa per te.
Io ero felicissimo anche solo per quell’1,5% recuperato 😄
Caso n. 2 – BLU
BLU è la nostra Tesla più recente… ma anche la più vecchia.
Model 3 del 2018, con 7 anni di età.
Quando l’abbiamo acquistata, aveva percorso appena 87.000 km.
Il precedente proprietario (mio amico) la usava pochissimo – auto in condizioni perfette, mai incidentata.
Al momento dell’acquisto, con 100% SOC, mostrava solo 473 km di autonomia.
Versione Long Range, trazione posteriore, batteria Panasonic 2170 – all’epoca l’unico fornitore per il Model 3.
Nel 2019, quando la provai per la prima volta, era praticamente nuova e mostrava 517 km a piena carica.


Dopo 7 anni, la degradazione apparente era dell’8,5%
In questo caso non ho ancora usato ScanMyTesla (mi serve l’adattatore per i modelli pre-2021).
Tutti i dati sono stati ricavati da foto e confronti documentati tra il 2019 e oggi.
La procedura… e il risultato
Ci è voluto un po’, ma anche stavolta il risultato è stato ottimo.
Dopo l’intera procedura, BLU mostrava 488 km a 100% SOC. Recupero di 15 km di autonomia, cioè ~3% in più



„Step by Step:)”
Quindi la degradazione è scesa dall’8,5% al 5,5% – dopo 7 anni e quasi 90.000 km.
Un risultato eccellente, che conferma la qualità delle celle Panasonic 2170 – longeve e poco soggette a degrado.
Non posso ancora indicare i kWh precisi, ma i valori di autonomia parlano chiaro:
L’auto mostrava più km di quanto mostrasse all’acquisto.
Le mie conclusioni
Anche questo secondo caso dimostra che le mie ipotesi erano corrette:
• Il BMS può sbagliare
• La procedura di ricalibrazione funziona
• Il recupero è reale (almeno nei dati visibili)
So che alcuni rideranno…
Ma dopo oltre 3.000 articoli e 11.000 post sull’elettromobilità – e 12 anni con Tesla – sono abituato anche alle critiche.
Se qualcuno vuole ridere… gli auguro una buona giornata 😉.
Se invece vuoi provare la mia procedura, sarò felice di sapere com’è andata.
Non è facile, serve tempo e pazienza, ma credimi: ne vale la pena, anche solo per la soddisfazione personale…
e per qualche chilometro in più sul display della tua Tesla 😎
Un saluto da Mario